Buona Pasqua!

Care amiche e cari amici,

con questo mio messaggio vi giunga il più cordiale e fraterno augurio per una Santa Pasqua serena.

Siamo alla vigilia di una data importante per il nostro sodalizio: settantacinque anni or sono, il 16 aprile 1948, il Presidente della Repubblica Enrico De Nicola riconosceva lo status di Ente Morale alla Federazione Italiana Volontari della Libertà, che aveva preso le mosse come libera unione tra associazioni il 22 marzo di quello stesso anno, riconoscendole l’ufficialità e la dignità di organismo di interesse pubblico e nazionale che ancora oggi la connota e la contraddistingue.

In questo spirito di vigilia e di attesa, mentre ci apprestiamo a celebrare i misteri della Pasqua, non mancano nei nostri cuori due opposti sentimenti: un sentimento di orgogliosa gratitudine per i nostri Martiri, i nostri Combattenti e i nostri Fondatori, di cui ricordiamo l’impegno e il sacrificio sotto la guida di forti ideali, nella speranza in un futuro più giusto e nel desiderio di pace e fraternità (valori, a ben vedere, intrisi di spirito pasquale). Ma non possiamo nascondere un sentimento di preoccupazione per la situazione contingente: per la guerra sanguinosa che continua ad affliggere l’Europa; per la strage continua di poveri innocenti che, partiti per sfuggire alla violenza o alla guerra o per cercare un futuro migliore, più equo e umano, per sé e per i propri cari, annegano nelle acque dei nostri mari; per l’acuirsi della conflittualità sociale e politica, nella quale si contrappongono e si scontrano visioni non solo su come dovrebbe essere il futuro, ma anche su ciò che è stato e che ha rappresentato il passato glorioso di cui siamo testimoni e custodi.

Tornano in mente le ansie, le sofferenze e le speranze della Pasqua del 1944, quando i nostri partigiani e le nostre partigiane videro riaccendersi la ferocia degli arresti, dei rastrellamenti, delle aggressioni dei nazifascisti, determinati a cancellare non solo le azioni, ma financo le ragioni di quanti combattevano per la Libertà di tutti e di ciascuno.

Tra i frutti buoni che scaturirono da quella Pasqua di fatiche e di aneliti c’è uno dei doni più preziosi della storia morale e spirituale della Resistenza: la Preghiera del ribelle di Teresio Olivelli, scritta insieme a Carlo Bianchi. Un testo che raccoglie non solo le attese e le speranze, ma anche i disegni e i progetti per un futuro più giusto, più umano, più solidale e aperto, evangelicamente ispirato proprio perché contrapposto alle dottrine anticristiane del fascismo e del nazismo.

È con questa preghiera che voglio porgervi, a nome mio e di tutta la Giunta Federale, i migliori auguri per una Pasqua di Risurrezione non solo spirituale, ma anche morale e civile.

Auguri di vero cuore,

Roberto Tagliani

 

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