81° Anniversario dell’eccidio di Forno

Riceviamo e volentieri pubblichiamo alcune immagini della manifestazione a ricordo dell’81° anniversario dell’Eccidio di Forno (13 giugno 1944) e il testo dell’intervento del presidente dell’Associazione Apuana Volontari della Libertà di Massa Carrara, federata alla FIVL, Gian Carlo Rivieri.

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Nel prendere la parola porgo innanzitutto i saluti dell’Associazione Apuana Volontari della Libertà, federata FIVL, alle Autorità civili e religiose, alle Associazioni e a tutti i presenti qui convenuti per ricordare le vittime della strage di Forno.

Oggi ricorre l’81° anniversario di quell’eccidio, che con la strage di Mommio e Sassalbo nel comune di Fivizzano in cui morirono 22 persone diede inizio all’estate più cruenta e sanguinosa per la nostra Provincia e la Versilia. Pochi giorni dopo quel 13 giugno infatti, il 17 giugno del ’44, iniziava la strategia del terrore e delle stragi messa in atto dal Comando Supremo Germanico, in seguito all’intensificarsi della lotta partigiana.

Gli effetti di quell’ordinanza nella nostra provincia e nella Versilia furono come sappiamo drammatici. Quel 13 giugno le truppe nazifasciste accerchiarono Forno e sorpresero i partigiani che avevano occupato il paese e proclamato la Repubblica Libera di Forno, vincendo la loro resistenza. Rastrellarono tutta la popolazione, radunarono gli uomini presenti dei quali 51 furono deportati e gli altri fucilati la sera presso la Chiesa di sant’Anna.

Solo grazie all’intercessione del maresciallo Ciro Siciliano, ucciso perché ritenuto un collaboratore dei partigiani, e di don Vittorio Tonarelli si salvarono donne, anziani e i bambini dell’asilo, situato nell’edificio della filanda.

Alla fine di quella giornata che doveva essere un giorno di festa, il paese fu messo a fuoco e fiamme e le vittime furono 68. Nei due anni compresi tra l’armistizio e la Liberazione sul suolo italiano vi furono oltre 5. 500 episodi di violenza omicida compiuta dalle forze nazifasciste, che portarono alla morte di oltre 23mila persone. In media, come si evince dall’Atlante delle stragi naziste e fasciste, ogni giorno venivano compiute 9 azioni con oltre 40 persone civili uccise.

La Toscana fu una delle regioni che pagò il tributo più alto e la nostra Provincia, insignita della Medaglia d’oro al Valor Militare, ha pagato col sangue la difesa della sua libertà. In questi numeri sono comprese anche le vittime di Forno, ma noi non possiamo considerarli solo numeri.

Qui in questo sacrario della Resistenza, la loro memoria è viva e vive anche e non solo grazie a giornate come questa. Oggi ricordiamo e onoriamo per il loro sacrificio ed il loro esempio Marcello Garosi detto Tito, don Vittorio Tonarelli, il maresciallo Ciro Siciliano e le altre vittime.

La memoria del loro sacrificio è memoria della liberazione dalla guerra, dall’occupazione tedesca, dalla dittatura fascista, dalla paura, dalla fame e dalla persecuzione.

E’ monito contro coloro che considerano l’antifascismo superato e cercano di delegittimare le molte anime dell’antifascismo che animarono la Resistenza.

Per quanti appartengono come noi ad associazioni partigiane, sono familiari di partigiani, sono sostenitori dei valori per i quali i partigiani hanno lottato a prezzo della loro vita, la scelta può essere una e una sola : custodire la memoria della Resistenza, conformando le nostre scelte e i nostri comportamenti alla piena coerenza morale e materiale con gli ideali, gli obiettivi e gli strumenti di partecipazione che quella lotta ha contribuito a costruire. Questa è la nostra scelta di campo.

Gian Carlo Rivieri
Presidente Associazione Apuana Volontari della Libertà

 

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