Festeggiati i 70 anni della FIVL: l’anima autonoma e cristiana della Resistenza

Sono stati festeggiati a Milano tra il 27 e il 28 aprile i 70 anni dalla fondazione della FIVL la Federazione italiana volontari della libertà, che nel 1948 riunì i partigiani cattolici e autonomi. Un evento importante, festeggiato in due luoghi di forte valenza simbolica con il patrocinio del Ministero della Difesa, del Comune di Milano e con il patronato della Regione Lombardia e che ha visto riunite le 28 associazioni che compongono la federazione.
L’apertura ufficiale delle celebrazioni si è tenuta presso la sala dedicata alla memoria di don Aldo Geranzani nel prestigioso Collegio San Carlo. Luogo simbolo per la storia della Fivl, perché è proprio qui che nel 1948 venne firmato l’atto di fondazione della Federazione. Sempre qui nacque l’OSCAR (Organizzazione Soccorsi Cattolici Antifascisti Ricercati), la rete organizzata dal gruppo scout “Aquile randagie” per far fuggire in Svizzera ebrei, renitenti alla leva della RSI e chi in generale fosse ricercato da tedeschi o fascisti, e il giornale clandestino “Il Ribelle”, attraverso il quale venivano diffuse idee antifasciste.
A fare gli onori di casa, il presidente della FIVL Francesco Tessarolo, affiancato dal vicepresidente dell’Istituto Toniolo di Treviso, Marco Zabotti. Presenti le delegazioni delle 28 associazioni e, in rappresentanza delle istituzioni nella prima giornata, il sottosegretario alla Difesa, Generale Domenico Rossi.
Il rettore dell’Istituto, don Alberto Torriani, ha aperto i lavori parlando dell’importanza delle Memoria, soprattutto quella memoria che, per una sorta di pudore, è stata sussurrata per molto tempo, rischiando di andare dispersa. La memoria di chi scelse una resistenza non armata, di chi scelse di salvare vite, ma anche di chi le armi le prese, ma senza aderire necessariamente a un’idea di partito, mosso semplicemente dalla propria coscienza, per il bene dei propri cari e della propria nazione.
Una memoria che oggi, più che mai, ha bisogno di essere riscoperta: «Perché è preoccupante quello che sta avvenendo – ha affermato nel suo intervento l’On. Domenico Rossi – Le cose che sono successe tanti anni fa, la guerra, la dittatura, i morti, sono stati frutto dell’indifferenza. E oggi quell’indifferenza sta tornando. Bisogna lavorare sui giovani, bisogna trasmettere a loro quello che i nostri padri e i nostri nonni hanno trasmesso a noi. Questo – ha proseguito – è nuovamente il tempo delle scelte, dell’impegno sociale. Vorrei fare una provocazione: vorrei che le federazioni principali che rappresentano la Resistenza, un giorno, davanti a una platea di giovani, provassero a spiegare qual è oggi la differenza di chi rappresenta la Resistenza di una volta. La provocazione sta nel fatto che io credo che non ci riuscirete. Mi auguro, invece, che possa uscire una voce unica, perché se c’è una cosa di cui la gioventù italiana oggi ha bisogno è di guardare alla Resistenza come a un unico luogo dove è nata la Repubblica italiana».
A rispondere alla “provocazione” dell’On. Rossi è intervenuto Mario Artali, presidente della FIAP, l’altra associazione di ex partigiani (fondata nel 1949 da Ferruccio Parri) che, insieme all’ANPI, completa il quadro delle realtà italiane partigiane. «Sono d’accordo con le parole dell’On. Rossi – ha detto Artali – ma sarebbe ipocrita e antistorico, oggi, guardare alla Resistenza come a un blocco unico e incolore. Certamente c’è bisogno di unità d’intenti, soprattutto contro l’indifferenza e contro il nuovo, preoccupante dilagare delle spinte neofasciste e xenofobe sia in Italia che nel resto d’Europa, ma questa unità si può raggiungere nella piena consapevolezza che la Resistenza è stata un arcobaleno. Negare oggi quelle che sono state le diverse anime della lotta al nazifascismo sarebbe un falso storico. Quindi ben venga la collaborazione, basta con le divisioni, ma ciascuno sia consapevole delle proprie peculiarità».
Tante le testimonianze che si sono succedute sul palco dell’Aula don Aldo Geranzani. Tra queste, la lettura della lettera della nipote di Enrico Mattei, che fu uno dei fondatori della FIVL.
La prima giornata di celebrazioni si è poi conclusa alle 20.30 con il concerto del Corpo Bandistico “Verde Azzurra Città di Galliate”, una realtà che è diretta emanazione della cooperativa “Verde Azzurra” che festeggia a sua volta i 70 anni dalla fondazione. «La musica – ha ricordato il presidente Tessarolo – è sempre stata una delle più alte espressioni dell’uomo. Anche la Resistenza ha avuto i suoi canti e le sue melodie. Tanti gruppi di resistenti hanno poi raccolto il repertorio dei semplici canti popolari che venivano cantati nelle lunghe e fredde serate sui monti. A questi ragazzi di oltre settant’anni fa vogliamo dedicare questo concerto».
La seconda giornata delle celebrazioni della FIVL si è aperta alle 9 presso la Cappella del Sacro Cuore dell’Università Cattolica, dove è stata celebrata una Santa Messa in ricordo dei caduti. «Signore, facci liberi»; nella chiesa gremita hanno risuonato le parole toccanti di quella che è conosciuta come “Preghiera del ribelle”, di Teresio Olivelli, fondatore del giornale clandestino (“Esce come quando può” si leggeva sulla testata) “Il Ribelle” insieme a Carlo Bianchi, Claudio Sartori e Giovanni Barbareschi, al quale collaborarono Laura Bianchini, Alberto Caracciolo, Romeo Crippa e molti altri.
«Nella tortura serra le nostre labbra. Spezzaci, non lasciarci piegare» parole che ancora oggi trasmettono il senso di sacrificio che mosse i volontari della Libertà. «[…] Veglia tu sulle nostre famiglie. Sui monti ventosi e nelle catacombe delle città, dal fondo delle prigioni noi ti preghiamo». Uomini di diversa estrazione sociale, provenienti da luoghi diversi, ma ugualmente mossi da un viscerale e istintivo amore per la libertà.
Terminata la Santa Messa, ha avuto inizio il convegno presso la Cripta dell’Aula Magna dell’Università Cattolica, altro luogo simbolico per aver contribuito a formare negli anni la classe dirigente che guidò la ricostruzione economica e sociale del Paese nell’immediato dopoguerra.
Relatori in questa occasione, il Prof. Alfredo Canavero, ordinario di Storia Contemporanea all’Università degli Studi di Milano, il Prof. Massimo de Leonardis, ordinario di Storia delle Relazioni e delle Istituzioni internazionali, Storia dei Trattati e Politica Internazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e l’Ambasciatore Sergio Romano, storico e diplomatico.
Temi affrontati la partecipazione dei cattolici alla Resistenza e la consistenza delle formazioni autonome durante la Lotta di Liberazione.
Per le istituzioni erano presenti e sono intervenuti in apertura dei lavori il consigliere Fabio Pizzul, delegato dal Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia, e l’Assessore Marco Granelli, in rappresentanza del Comune di Milano.
È intervenuto anche Roberto Cenati, presidente dell’ANPI di Milano e provincia in rappresentanza dell’ANPI nazionale che, nel suo intervento, ha parlato della necessità di superare quelle divisioni che ormai non hanno più ragion d’essere, soprattutto in un momento storico come questo, che ha bisogno di guardare alla Resistenza come alla “parte giusta” e di riconoscersi nei suoi valori fondamentali, a prescindere dalle diverse associazioni e dai diversi colori che ovviamente hanno caratterizzato e continuano a caratterizzare il panorama resistenziale.
Una due giorni, quella svolta a Milano, che segna un importante spartiacque per la FIVL, che sotto la guida di Francesco Tessarolo cerca nuovi interlocutori, che non intende chiudersi in sé stessa in una sterile rievocazione dei tempi passati, ma che vuole tornare a parlare una lingua comprensibile a tutti, soprattutto ai giovani, partendo proprio dal messaggio di uomini come Teresio Olivelli e i tanti patrioti che lottarono per una società migliore.

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