Altare di marmo per don Florindo, giovane prete trucidato dai nazisti

IL CNL (Comitato di liberazione nazionale) a Fosdinovo si era costituito già nell’estate del 1944, proprio nel periodo in cui un reparto di SS del tenente Alberth Fischer aveva preso possesso del locale Castello Malaspina. Fra i suoi componenti spiccava il nome del giovane viceparroco, don Florindo Bonomi (nella foto), originario di Fivizzano, che pure durante le sue prediche non nascondeva il suo orientamento antifascista. All’inizio di agosto, con l’accusa di essere in combutta con i partigiani, don Florindo venne fermato dalle Brigate Nere di Carrara: interrogato per giorni, venne poi rilasciato dietro richiesta pressante del vescovo Sismondo, con la promessa che non si sarebbe allontanato dalla sede vescovile di Pontremoli. In realtà, il giovane vicecurato della parrocchia di San Remigio non smise mai di operare a favore della Resistenza. In quel periodo, fra l’altro, i nazisti si erano scatenati in una sanguinosa caccia all’uomo culminata nelle stragi di San Terenzo Monti, Vinca e Marciaso, costata la vita a centinaia di civili e la distruzione di quelle borgate. Agli inizi di settembre don Bonomi fu prelevato dalle SS nella canonica di Fosdinovo e detenuto nel loro comando per lungo tempo; fu torturato e infine, trasportato su un mezzo militare lungo la carrozzabile nei pressi di Gragnola (Fivizzano), scaraventato in strada e ucciso con una scarica di mitra. Aveva 26 anni. Per ricordare la memoria di questo giovane sacerdote, al quale sono intitolate le locali scuole medie, l’amministrazione di Fosdinovo sabato alle 15,30 inaugurerà un altare marmoreo all’interno del cimitero. Sul marmo, donato dal Laboratorio Mazzucchelli di Carrara, è scritto: «A don Florindo (1918-1944), prete nella Resistenza, membro fondatore del Cln di Fosdinovo». Roberto Oligeri

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