La Cerimonia di Bosco Romagno

Si è tenuta al Bosco Romagno di Cividale del Friuli, l’annuale commemorazione organizzata per iniziativa dell’Associazione Partigiani Osoppo in collaborazione con il Comune di Cividale, e che ricorda la data del 21 giugno del 1945 in cui vennero celebrati a Cividale i solenni funerali dei patrioti della Brigata Osoppo fatti prigionieri alle Malghe di Porzus e poi trucidati a Bosco Romagno.
Quest’anno erano presenti il sottosegretario alla Difesa, Raffaele Volpi e il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.
Il benvenuto è stato portato dal Presidente dell’APO, Roberto Volpetti, il quale ha ricordato che “In questi anni è cresciuta la consapevolezza che quanto accadde a Porzus e al Bosco Romagno, fu il drammatico punto di incontro delle tre grandi fratture che sconvolsero l’Europa del secolo scorso: le tre fratture che videro contrapporsi comunismo e anticomunismo, fascismo e antifascismo, e i contrasti del nazionalismo che videro qui confrontarsi popoli di origine latina e slava. Sono tre fratture che possiamo ormai ritenere superate: finito il nazifascismo nel 1945, finito il comunismo nel 1989, superati i nazionalismi con la comunità europea che ha di fatto cancellato i confini.”
“E’ ormai riconosciuto – ha proseguito Volpetti – che la resistenza fu una cosa estremamente complessa e alla quale parteciparono le più svariate realtà: dai martiri di Cefalonia, al Corpo Italiano di Liberazione, agli internati militari, alle tante formazioni partigiane con il fazzoletto di vario colore al collo. Riconoscere questa pluralità, senza nascondere gli errori e le gravi storture che purtroppo fanno parte di questa storia: questa è la forza educativa della Resistenza.”
“L’Osoppo, – ha concluso – così come la Federazione Italiana Volontari della Libertà, ritiene di rappresentare l’anima di questa storia, così drammatica ma pur così densa di contenuti, di rappresentare l’anima di questo grande popolo che sono gli italiani in uno dei frangenti più drammatici della sua storia, almeno di quella moderna”.

Nel suo intervento il presidente Fedriga ha auspicato che “La commemorazione per i martiri della Brigata Osoppo a Bosco Romagno è importante e deve trovare una voce più forte, non gridata, ma di certo più sentita: la Regione Friuli Venezia Giulia sarà al vostro fianco per far conoscere a tutto il Paese la verità storica avvenuta in queste terre”.
Questo l’impegno del governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga espresso intervenendo oggi alla commemorazione in ricordo degli osovani uccisi nel febbraio di settantaquattro anni fa.
“I drammi del Novecento – ha affermato Fedriga – si sono sviluppati sul confine orientale in modo nefasto e drammatico: lo testimoniano la Risiera di San Sabba, la Foiba di Basovizza e le Malghe di Porzus. Proprio qui, chi voleva combattere per consegnare una terra libera è stato barbaramente ucciso e massacrato da altri che dicevano di combattere per la liberazione, ma che di fatto volevano far passare il Paese – ha osservato il governatore – da una dittatura a un’altra, diversa ma con la stessa foga drammatica e liberticida”.
Per questo, per il governatore, “i martiri della Osoppo hanno l’ulteriore merito di non aver lottato per avvantaggiare una o l’altra fazione ma per la libertà di tutti e questo deve essere un esempio che tutta l’Italia deve riconoscere”.
“Un esempio – ha concluso Fedriga – che non guarda solo al passato, per ricordare e rendere omaggio a chi si è battuto con drammatiche conseguenze, ma anche al futuro, per far capire che le lotte di liberazione non si fanno per tutelare la propria idea ma quella di tutti e affinchè tutti possano continuare a esprimerla liberamente”.
Dopo la deposizione delle corone d’alloro e la benedizione impartita da don Giovanni Arduini, sono intervenuti il presidente della Federazione Italiana Volontari della Libertà, Francesco Tessarolo, il sindaco di Cividale Stefano Balloch e quello di Udine, città Medaglia d’oro al Valor Militare, Pietro Fontanini.
Nel corso della cerimonia è stato poi consegnato alla medaglia d’oro al valor militare Paola Del Din l’attestato di benemerenza da parte della Associazione Carabinieri Paracadutisti “Esse Quam Videri” quale prima donna paracadutista in teatro di guerra.
E proprio a Paola Del Din il sottosegretario Volpi ha tributato un commosso ringraziamento. “Da semplice attuatore della democrazia che lei ci ha regalato – ha esordito – le faccio giungere l’applauso da tutta l’Italia. Qui, in questa cattedrale di alberi che così fortemente trasmette solennità, non c’è solo memoria ma la consapevolezza di un pezzo di storia e l’attualità dei sentimenti di un Paese: oggi mi sento a casa perché ritrovo la realtà di valori che avrei condiviso in quei momenti drammatici ma in cui continuo a credere anche oggi
Un concetto ripreso da Del Din quando, ricevendo l’attestato, ha ricordato che “la libertà oggi deve essere patrimonio di tutti, altrimenti il sacrificio e la morte di tutte queste persone, compresa quella di mio fratello – ha aggiunto a proposito di Renato, caduto a Tolmezzo e anch’egli medaglia d’oro al Valor Militare – saranno state vane. Scusate se approfitto ad ogni occasione per protestare, ma sono nata rivoluzionaria e continuo a esserlo: viva l’Italia”, ha concluso la novantaseienne tra gli applausi.

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