Nell’anniversario della scomparsa il Presidente ricorda don Aldo Benevelli


Impossibilitato ad intervenire di persona alla Santa Messa in suffragio di don Aldo Benevelli, affido a queste poche righe un pensiero di ricordo e gratitudine, a nome della Federazione Italiana Volontari della Libertà che mi onoro di presiedere.

Sono già trascorsi sei anni da quando don Aldo è tornato alla Casa del Padre. In questo 2023, nel quale ricorrono i cento anni della sua nascita, ancora più forte è il senso di riconoscenza che la Federazione Italiana Volontari della Libertà prova nei suoi confronti.
Don Aldo ha rappresentato un esempio luminoso per la storia del movimento partigiano che si raccoglie nella nostra Federazione. La sua esperienza tra le Divisioni partigiane “Rinnovamento” di Piero Cosa e Dino Giacosa, la vicinanza a Ignazio Vian, l’azione di soccorso negli orrori di Boves hanno guidato la sua vocazione sacerdotale, sempre vissuta nell’inscindibile binomio dell’impegno ecclesiale e dell’azione civile.

Da quella giovanile, dolorosa ma profondamente formativa esperienza sono scaturite tutte le sue esperienze di impegno successive: come sacerdote, come giornalista, come operatore pastorale tra i carcerati e i respinti della società, come promotore del volontariato internazionale, come motore dell’impegno tra i laici in favore dei più poveri tra i poveri.

Nella sua lunga e feconda vita è stato stimolo alla carità, all’impegno, alla responsabilità del cristiano verso i fratelli più bisognosi; per la Federazione, di cui per molti anni è stato Vicepresidente nazionale, è stato l’esempio costante di un atteggiamento probo, rispettoso e accogliente, fermo nei valori e tenace nell’azione irrinunciabile della memoria e della ricerca della verità storica.

Uomo dei valori evangelici coniugati con quelli costituzionali, don Aldo è un faro che ancora guida, con la sua voce squillante e con il suo sguardo severo e accogliente, l’azione della nostra Federazione.

Grazie, don Aldo: ci impegneremo sempre, per provare a esser degni della preziosa eredità che ci hai lasciato.

Roberto Tagliani

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