Il ricordo di Pietro Maset, medaglia d’oro al Valor Militare

Domenica 7 aprile si è tenuta a Scomigo, frazione di Conegliano, la cerimonia a ricordo della medaglia d’oro al Valor Militare Pietro Maset, capitano degli alpini, con i quali combattè in Africa, Grecia e Russia e poi “animatore e trascinatore, fu tra i primi ad organizzare il movimento partigiano in Friuli. Creò, animò e comandò la V Brigata dell’Osoppo” come dice la motivazione della medaglia d’oro a lui conferita. La cerimonia come ogni anno è stata organizzata dal Comune di Conegliano in collaborazione con l’Associazione Volontari della Libertà di Treviso e l’Associazione Partigiani Osoppo Friuli. Quest’anno il momento commemorativo è stato affidato al dottor Roberto Tirelli, storico della Brigata Osoppo, che ha ripercorso le tappe della vita del giovane Pietro Maset, caduto sul Piancavallo, sui monti del pordenonese, il 12 aprile 1945, alla vigilia della Liberazione.

Alla cerimonia di qualche anno fa, intervenne anche il Presidente della FIVL Francesco Tessarolo, il quale ricordò fra l’altro le parole di don Alfredo Bassi, cappellano del Battaglione Tolmezzo in Russia, che, parlando di Maso, così scrive: “L’Italia avrebbe avuto bisogno di uomini come lui, della sua onestà morale e intellettuale, della sua integrità cristallina e inossidabile nell’impegno civile di ogni giorno, per costruire quella democrazia più efficiente, più giusta, quella democrazia autentica e compiuta che avevamo auspicato”.

Proseguì poi il presidente Tessarolo: “Ripercorrendo le vicende e le scelte di Pietro Maset “Maso”, capiamo meglio come la Resistenza ed i valori di libertà e democrazia che l’hanno ispirata, abbiano un profondo significato anche oggi: in una fase delicata e complessa della storia dell’Italia repubblicana, segnata dalla delegittimazione continua dell’avversario politico e dalla crescente frammentazione del tessuto sociale, è un punto di riferimento vitale pensare che dei giovani meno che ventenni, nati e cresciuti durante il fascismo, frastornati dalla sua propaganda, dalle sue certezze assolute e dall’assenza pressoché totale di riscontri o alternative, abbiano saputo guardare nella propria coscienza ed abbiano deciso di abbattere la schiavitù, la dittatura, per instaurare la libertà e la democrazia, all’indomani dell’8 settembre 1943, nel disorientamento generale e nel crollo di ogni riferimento istituzionale.”

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