Storia della Federazione Italiana Volontari della Libertà

Storia della Federazione Italiana Volontari della Libertà

Il gen. Raffaele Cadorna regge la bandiera di guerra del Corpo Volontari della Libertà

Il 22 marzo 1948, nei locali del collegio san Carlo a Milano, fu redatto l’atto costitutivo della Federazione Italiana Volontari della Libertà, da parte dei rappresentanti di quindici associazioni partigiane autonome, distribuite in tutta l’area centro-settentrionale della penisola. Il gen. Raffaele Cadorna venne nominato alla presidenza, con Mario Argenton e l’avv. Leonida Patrignani alla vicepresidenza.

Un manifesto, affisso a Milano ed in altre città, così riassumeva l’identità del nuovo sodalizio:

Partigiani d’Italia combattenti della guerra di liberazione!

Ragioni ideali, necessità profonde di chiarire lo spirito della Resistenza hanno ispirato la costituzione della Federazione Italiana Volontari della Libertà.

In essa si riuniscono le forze che hanno con la loro iniziativa, con la loro decisione e con il loro sangue contribuito validamente al riscatto della Patria. Sono i primi fedeli e sfortunati difensori della Bandiera dell’ora tragica del settembre 1943, sono i Partigiani in Italia e all’Estero, i Combattenti della Campagna di Liberazione, gli internati nei campi di concentramento, eroici e silenziosi assertori di fedeltà e di libertà.

Per l’indipendenza della Patria, per la libertà da ogni forma di regimi totalitari sono caduti a decine di migliaia i figli del popolo italiano.

Gli ideali che li mossero, non debbono soccombere.

Partigiani, combattenti della campagna di liberazione, reduci dall’internamento!

Nell’anno centenario delle battaglie del Primo Risorgimento, nella memoria degli ideali dei Padri, nel ricordo di tutti coloro che sono caduti nell’ombra del Tricolore e nella lotta insieme combattuta; eredi dello spirito di Mazzini, di Garibaldi, di Cavour, per la difesa degli ideali di unità, di libertà, di indipendenza asseriti nel Risorgimento, nella visione di una più alta Giustizia sociale realizzata nel pieno rispetto della libertà democratica e contro ogni ritorno di dittatura, uniamoci nella F.I.V.L.[10].

Poche settimane dopo, le elezioni politiche del 18 aprile 1948 decretarono la netta sconfitta del Fronte Democratico Popolare, lista che comprendeva sia il Partito Comunista Italiano che il Partito Socialista Italiano, a vantaggio della Democrazia Cristiana, che si aggiudicò la maggioranza relativa dei voti e quella assoluta dei seggi, divenendo il punto di riferimento per l’elettorato anticomunista e il principale partito italiano per molti decenni.

In questo mutato scenario politico, il 9 gennaio 1949, sotto la presidenza del sen. Ferruccio Parri, si riunivano a Milano anche gli esponenti delle formazioni “Giustizia e Libertà”, “Matteotti” e “Mazzini”, per decidere se entrare nella F.I.V.L. oppure costituire un nuovo organismo federativo; con il prevalere della seconda prospettiva, nacque la Federazione Italiana Associazioni Partigiane: l’unicità dell’A.N.P.I. aveva fine ed una nuova stagione si apriva per il partigianato italiano.